giovedì

COME DIFENDERSI DAL FALSO “GREEN”

©LadyGreenBlog



La presa di coscienza generale rispetto al grave problema dell'inquinamento del pianeta e ai conseguenti cambiamenti climatici stanno modificando, a ritmo incalzante, le scelte di acquisto delle persone. Dirigersi verso prodotti a minimo impatto ambientale si ripercuote sul mercato: i consumatori preferiscono prodotti “green” e le aziende fanno a gara per rispondere a una domanda crescente. Ciò sarebbe un bene se non fosse che, in una società basata sul consumismo – Bauman insegna - tutto si trasforma in merce, uomo compreso, e la “sostenibilità” può facilmente diventare solo merce da cui trarre profitto.

Cos'è il greenwashing
Il neologismo è stato coniato alla fine degli anni 80 in riferimento a campagne pubblicitarie costruite da alcune imprese americane che si sono spacciate, falsamente, per ecofriendly. L'unione di due termini, “green” (ecologico, nel caso specifico), e “whitewashing” (usato in gergo per significare l'occultamento di fatti gravosi) ha creato questa parola che definisce la pubblicità ingannevole. Le aziende che usano il greenwashing si proclamano ecosostenibili senza esserlo realmente. Il consumatore, attratto dalla terminologia o dai loghi sul packaging, acquista senza pensarci troppo. La pratica del greenwashing danneggia fortemente lo sviluppo dell'economia sostenibile, facendo perdere fiducia agli stessi consumatori.

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